Il Progetto

GEMELLI@FORNELLI

Gemelli@Fornelli è un sito in cui a ciascuna immagine “simbolica” corrisponde una particolare patologia legata all’Alimentazione Medica. Gli argomenti trattati inizialmente sono temi clinici rilevanti, ed altri se ne aggiungeranno nel corso del progetto, secondo le esigenze che il pubblico ci solleciterà come oggetto di interesse.

Alimentazione e Terza Età
L’Invecchiamento è un processo fisiologico che può svilupparsi senza la comparsa di malattie concomitanti. Tuttavia, molto spesso, le persone anziane soffrono di perdita di memoria e mostrano un declino cognitivo accelerato. Gli studi sulla neurobiologia dell’invecchiamento stanno iniziando a decifrare i meccanismi alla base non solo della fisiologia dell’invecchiamento del cervello, ma anche i meccanismi che rendono le persone più vulnerabili alle disfunzioni cognitive e alle malattie neurodegenerative. Oggi sappiamo che il cervello invecchiando mantiene una notevole plasticità funzionale che è positivamente promossa da geni attivati da fattori diversi dello stile di vita, compreso l’arricchimento ambientale e l’importanza della Alimentazione (e di alcuni nutrienti in particolare), senza trascurare l’importanza dell’ attività aerobica e della riduzione dello stress cronico, specie nei soggetti più anziani.
Alla base della patogenesi delle Patologie Neurodegenerative (come l’Alzheimer), che causano un invecchiamento cerebrale e conducono alla demenza senile, vi sono eventi di tipo ossidativo responsabili di un danno permanente e irreversibile del tessuto neuronale. Lo stress ossidativo – un fenomeno che minaccia non solo il cervello, ma anche il sistema cardiovascolare, e rappresenta un’eziologia comune della carcinogenesi – può essere prevenuto e ostacolato da numerosi composti dotati di proprietà antiossidanti. Queste sostanze possono essere introdotte in adeguate quantità attraverso la dieta.
La Dieta influenza l’evoluzione della Malattia di Alzheimer suggerendo che la stessa, se adeguata, sia utile nella prevenzione e nella terapia di alcune forme della malattia. E’ importante perciò mettere in atto delle strategie dietetico-nutrizionali volte a ridurre i fattori dannosi (esterni) e ad incrementare invece i composti (neuro) protettivi. Fra i primi (da limitare) ci sono i grassi saturi, il colesterolo e il contenuto di metalli (come il rame) presente negli alimenti, mentre è utile incrementare gli apporti di composti, come alcune Vitamine antiossidanti (A , C , E) e non (B9, B12, Vitamina D), di sostanze bioattive (come il resveratrolo) ed Acidi Grassi Omega-3. In particolare molti studi mettono in evidenza una sicura relazione fra i livelli di Rame della dieta e la progressione della Malattia di Alzheimer, almeno in un sottogruppo di soggetti ‘sensibili’. Diventa importante per questo individuare tali soggetti e formulare delle Diete con apporto controllato di rame senza incorrere in qualche forma di malnutrizione. La Malnutrizione ‘nascosta’ infatti è un evento frequente già di per sé nelle persone anziane e l’uso di diete incongrue (con esclusione di alimenti) comporta il rischio di ridurre l’apporto di nutrienti (essenziali), soprattutto in un’età nella quale (per vari motivi fisiologici, psicologici, uso di farmaci etc..) l’assorbimento intestinale può essere fisiologicamente compromesso.

Donne e Alimentazione
Nutrizione nell’Adolescente: A partire dai 10 anni e durante il periodo adolescenziale, nelle ragazze si verifica un aumento del peso corporeo, dovuto soprattutto all’incremento della massa adiposa. In questa fase e fino a 18 anni, per adeguare le necessità di alcuni nutrienti alla mutata composizione corporea, i fabbisogni di nutrienti variano in funzione alla fascia di età. Inoltre, durante l’adolescenza la presenza di abitudini alimentari particolari (come nei vegani) o comportamenti alimentari a rischio (anoressia etc.), connessi con un’attività fisica intensa, possono portare ad un introito alimentare inadeguato di diversi nutrienti essenziali, con la conseguente compromissione dello stato metabolico-nutrizionale ed ormonale dei soggetti.
Nutrizione nella Donna in menopausa: Il periodo della menopausa si collega con la variazione dell’assetto ormonale ed è legato soprattutto alla comparsa di sintomi e segni riguardanti tutti i tessuti, in particolare l’osso. In questa fase è importante prestare attenzione alla dieta, poiché questa fornisce all’osso le sostanze (calcio, fosforo e proteine) necessarie per la sintesi della massa extracellulare. Di rilievo risultano diverse categorie di composti contenuti per lo più nel mondo vegetale, tra cui vitamine (e in particolare vitamina D, C, E, K, acido folico) e composti antiossidanti, come i fitoestrogeni.

Maternità e Alimentazione
Nutrizione nella Donna in gravidanza: Una corretta alimentazione prima e durante tutto il periodo di gestazione favorisce l’adeguato sviluppo del feto, il buon esito del parto, la crescita futura del neonato e previene le patologie neonatali. Durante la gestazione i fabbisogni energetici nella donna aumentano di circa 200-300 kcal al giorno (dal secondo trimestre in poi) e di circa 9 grammi al giorno per le proteine. Crescono anche le richieste di vitamine, minerali e altri nutrienti e dunque occorrerà adeguare la dieta, ove necessario, per evitare carenze.
Nutrizione nella Donna in allattamento: L’allattamento comporta un aumento dei fabbisogni nutrizionali (la produzione del latte è più gravosa della gravidanza in termini nutrizionali), e pertanto l’alimentazione dovrà essere adeguata alle nuove necessità. Le richieste caloriche sono correlate alla quantità di latte prodotto e alla quantità di riserve caloriche accumulate sottoforma di tessuto adiposo. Le indicazioni per eventuali aumenti calorici devono tuttavia essere adattati alle necessità individuali, tenendo conto anche dell’aumento di peso al termine della gravidanza.
Nutrizione nel Neonato: Le necessità energetiche del neonato sono calcolate tenendo conto dell’apporto di latte materno sufficiente per una corretta crescita. Il neonato ha maggiori richieste energetiche relativamente al suo peso a causa del metabolismo di base, alla quota aggiuntiva per la crescita e lo sviluppo. Anche la minor efficienza della digestione e dell’assorbimento può essere presa in considerazione. Dopo un giusto periodo di allattamento al seno (o con latte adattato), al bambino possono somministrati alimenti naturali fin dal 6° mese (svezzamento). Nello svezzamento dal latte materno, si inizia con i derivati dei cereali (farine) e si prosegue con carne (pollo, tacchino, coniglio, agnello) attendendo il 10° mese per associare altri tipi di carne. Pesce e uova vengono introdotti per ultimo (12° mese), per evitare la comparsa di allergie alle proteine contenute in alcuni alimenti.

Oncologia e alimentazione
L’Alimentazione è importante nella terapia del paziente con cancro, in quanto assicura un adeguato introito di energia e nutrienti essenziali (proteine, minerali e vitamine) necessari per mantenere un buono Stato di Nutrizione. Inoltre, quando il paziente è ben nutrito può essere sottoposto con maggior successo alle terapie anticancro come chirurgia, chemioterapia, radioterapia e immunoterapia. La selezione di alcuni cibi, l’uso di tecniche particolari nella preparazione degli alimenti, l’attenzione a tempi e modi di assunzione dei pasti, il ricorso inoltre in situazioni particolari ad un supporto nutrizionale diretto somministrato per via gastro-intestinale o per vena può contribuire a ridurre gli effetti collaterali, alleviare i sintomi durante il trattamento e contribuire alla qualità di vita.
Il cancro influenza l’alimentazione dell’individuo in quanto richiede un adeguamento delle risorse energetiche e dei principi nutritivi, compromette la disponibilità e l’assorbimento degli nutrienti ingeriti e riduce la quantità degli stessi a causa della perdita di appetito che invariabilmente colpisce i pazienti a partire dal momento della diagnosi (anche per un fattore di natura psicologica). L’alimentazione rappresenta un utile supporto anche al disagio psicologico che ne consegue. È opportuno tenere nella giusta considerazione non solo gli aspetti strettamente biologici (nutrizionistici) legati all’assunzione dei pasti, ma occorre dar peso anche agli aspetti conviviali e di relazione sociale legati alla tavola.

Diabete
Quando arriva la diagnosi di diabete la prima preoccupazione di molte persone riguarda la dieta: “e adesso cosa devo mangiare?”. Spesso si ritiene di dover rinunciare ai carboidrati (pane e pasta) ed essere condannati a diete rigorose, prive di qualsiasi gratificazione per il palato. Nulla di più sbagliato: avere il diabete significa semplicemente fare un po’ più di attenzione a cosa e quanto si mangia. Dieta significa “modo di vivere”, con particolare riferimento al modo di mangiare. Si tratta di abitudini che dovrebbero essere integrate da tutti, non solo da chi ha il diabete, nella vita di tutti i giorni. Solo che chi ha il diabete ha un valido motivo in più per mangiare bene e sano. All’inizio non è facile, perché bisogna imparare a conoscere gli alimenti, come sono composti, quanta energia forniscono, quanto fanno salire la glicemia e così via. Ma dopo un po’ ci si rende conto che la scelta degli alimenti giusti diventa automatica, e non si fa più fatica a mantenere un regime alimentare corretto. Questo principio vale per tutte le persone, con o senza diabete. Ovviamente le persone con diabete, per controllare al meglio la malattia, devono fare un po’ più di attenzione rispetto agli altri. È sufficiente mangiare un po’ di tutto, in quantità moderata, e senza esagerare con i condimenti (compreso il sale, specialmente se si ha la pressione alta) o con i cibi raffinati (pane bianco, dolci). Un po’ come facevano i nostri nonni: poca carne rossa perché costava molto, dolci e alcolici solo in occasione delle feste, tanti cereali, legumi e verdure. Per poi scoprire che un bicchiere di un buon vino rosso fa anche meglio che restare astemi. Il nostro scopo è spiegare che chi ha il diabete non ha alcuna limitazione sulla propria alimentazione. Ha solo un vero valido motivo per mangiare bene. E di certo con il progetto Gemelli@Fornelli impareremo a mangiare bene.

Obesità
L’obesità è “una condizione caratterizzata da un eccessivo peso corporeo per accumulo di tessuto adiposo, in misura tale da influire negativamente sullo stato di salute” (OMS). Tale condizione cronica può essere connessa con fattori genetici, ambientali, culturali, psicologici, ed è accompagnata da un aumentato rischio di morbilità e mortalità. La Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento rappresenta un modello da adottare, poiché caratterizzata da frutta e verdura ricche in fibra, da alimenti ricchi di antiossidanti ed acidi grassi insaturi, da una bassa densità energetica e un ridotto indice glicemico, ma povera di grassi animali e di grassi saturi. Inoltre, l’alta palatabilità dei piatti previsti dalla Dieta Mediterranea garantisce una buona aderenza alle indicazioni dietetiche.

Malattie cardiovascolari (CVD)
Diversi studi hanno messo in evidenza la relazione tra alimentazione e malattie del sistema circolatorio. Le malattie cardiovascolari (CVD), che rappresentano la principale causa di morte al mondo, riconoscono più fattori di rischio. Questi sono stati identificati e suddivisi in fattori di rischio “modificabili”, attraverso cambiamenti nello stile di vita o mediante farmaci, e fattori di rischio “non modificabili”, sui quali non si può agire direttamente in quanto non influenzabili da fattori esterni. Mediante un’efficace azione di contrasto dei fattori di rischio “modificabili” è possibile cambiare il quadro generale anche in presenza di fattori “non modificabili” (come sesso, età, predisposizione genetica), riducendo con successo il rischio globale. I fattori di rischio suscettibili di intervento sono: obesità, diabete, dislipidemia (ipercolesterolemia-ipertrigliceridemia), iperuricemia, iperomocisteinemia, ipertensione arteriosa e fumo di sigaretta. Modificando le abitudini alimentari ed adottando un corretto stile di vita è possibile mantenere sotto controllo tutti i parametri di rischio. la dieta mediterranea, abbinata ad una corretta e regolare attività fisica, è molto efficace nella prevenzione e terapia, e rappresenta un modello da seguire, in quanto è ricca di verdura, frutta, cereali, legumi, pesce, carni bianche magre e prodotti caseari magri, ridotta in acidi grassi saturi, con la preferenza per l’olio extravergine di oliva, con buona presenza di olii marini e fibre solubili e non solubili.

Ipertensione
L’ipertensione arteriosa sistemica rappresenta un fattore di rischio determinante per lo sviluppo e la progressione della malattia arteriosclerotica. E’ parte di una malattia ma può rappresentare essa stessa una malattia vera e propria nel momento in cui viene trascurata e sottovalutata. Il trattamento antipertensivo rappresenta un mezzo estremamente efficace nella prevenzione della patologia cardiaca; esso deve iniziare dalla correzione dei fattori di rischio modificabili e, quindi, da una buona educazione del paziente ad un sano e corretto stile di vita. Gli interventi basati sullo stile di vita che si sono dimostrati in grado di ridurre i valori della pressione arteriosa sono: restrizione sodica, limitazione del consumo di alcool, elevato consumo di vegetali con riduzione di grassi, riduzione e mantenimento del peso corporeo, esercizio fisico regolare. Il piano alimentare prevede il consumo di una dieta ricca di frutta, verdura, latticini a basso contenuto di grassi, riduzione di carne rossa, zucchero e carboidrati raffinati. L’aggiunta di alcuni alimenti, in particolare quelli contenenti determinate dosi di antiossidanti, ad una dieta già iposodica e ipocalorica, può aumentare i benefici di una corretta alimentazione, in quanto porta a correggere la diminuita produzione di ossido nitrico, un noto vasodilatatore, e a migliorare la funzionalità endoteliale.

Bulimia e Anoressia
I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) riguardano circa l’1 % delle ragazze di età media di 17 aa. con interessamento anche di bambine, donne in menopausa ed uomini.  In Italia circa 3 milioni di persone soffrono di Anoressia,  Bulimia,  Binge, o Disturbi dell’alimentazione atipici come la Vigoressia e l’Ortoressia, con possibile passaggio da un problema all’altro, anche più volte, nel corso della vita. Da un punto di vista fisico, l’anoressia è il DCA maggiormente evidente ed è potenzialmente fatale a  causa delle conseguenza ai vari organi che la malnutrizione può causare. I messaggi dei media, che mostrano donne al limite della sopravvivenza indicate come standard di bellezza, sono molto pericolosi per l’equilibrio degli adolescenti e sono in molti (tra questi modelle e  aspiranti tali) che credono  che certe “cattive” abitudini, volte al controllo più o meno rapido del peso, possano essere  poi interrotte senza problemi ma spesso l’ossessione del cibo può diventare una costante di cui è difficile liberarsi. A volte ragazze del tutto normali che intraprendono una dieta, anche equilibrata e sotto controllo medico, non riescono più a riacquistare un rapporto normale con il cibo e scivolano in un serio DCA. Anche alcune attività sportive agonistiche, tra cui la danza classica, possono condizionare l’alimentazione, richiedendo corpi asciutti e scattanti ed è comune che vengano messi in atto restrizioni alimentari e comportamenti non sani per ottenere il controllo del peso corporeo. I disturbi alimentari fra i ragazzi sono più comuni di quanto ci si aspetti :maschi estremamente preoccupati per il proprio peso e fisico Anoressia, bulimia, fissazione per i muscoli (Vigoressia) sono in aumento, così come il consumo di sostanze pericolose come integratori, ormoni della crescita e steroidi, diete ferree o iperproteiche fortemente sbilanciate. La gestione terapeutica dell’anoressia e dei DCA in genere è il più delle volte  resa difficile dalla mancanza di consapevolezza di malattia e quindi  necessariamente  va accompagnata ad un intenso lavoro di motivazione al trattamento.

Digestione

La digestione è un processo fisiologico mediato da una serie di trasformazioni chimico-fisiche, attraverso le quali l’organismo trasforma i nutrienti ingeriti in sostanze più semplici che possono essere assorbite ed assimilate. Tale processo inizia in bocca, dove gli alimenti iniziano a subire le prime importanti trasformazioni e, dopo il passaggio attraverso l’esofago, prosegue nello stomaco, dove il pH acido legato alla secrezione di acido cloridrico ha un ruolo fondamentale non solo nella digestione delle proteine ma anche come agente antibatterico di difesa contro le malattie di origine alimentare. Il contenuto gastrico passa quindi nell’intestino tenue, sede in cui, grazie alla bile prodotta dalla colecisti ed agli enzimi liberati dal pancreas, avviene la digestione dei grassi e viene completata quella dei carboidrati. Infine, l’ultima fase della digestione, l’assorbimento, è il passaggio dal lume intestinale al sangue delle sostanze derivanti dalla digestione delle macromolecole contenute negli alimenti: principalmente glucosio (derivato da amido e saccarosio), amminoacidi (derivati delle proteine), glicerolo e acidi grassi (derivati dai grassi), vitamine e sali minerali. Con il termine dispepsia si fa riferimento ad una condizione descritta dal paziente come “cattiva digestione”. La diffusione di questo problema nei Paesi industrializzati (circa il 30-40% della popolazione) testimonia come la dispepsia sia un disturbo legato allo stile di vita ed alle abitudini alimentari del mondo occidentale. I sintomi tipici sono bruciore di stomaco, reflusso, eruttazioni, alito cattivo, senso di ripienezza post-prandiale, nausea, meteorismo, intolleranza ai cibi grassi come fritti e uova. Le cause di tale sintomatologia sono varie e possono coinvolgere patologie localizzate a diversi livelli del processo digestivo. Quelle più frequenti sono la malattia da reflusso gastroesofageo, la gastrite, l’ulcera peptica, la calcolosi della colecisti, le pancreatiti e diversi tipi di malassorbimento.

Sport e Benessere
Il benessere è un processo che unisce un sano stile alimentare ed una regolare attività fisica e, in maniera più generale, il concetto può anche avere connotati psicologici e sociali. Infatti oggi anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la Salute non solo come assenza di malattia, quanto piuttosto come uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale”. Anche per questo il termine fitness, derivato dall’aggettivo inglese fit (adatto), viene sempre più spesso adoperato come “stato di benessere fisico o forma fisica dell’individuo”. Alimentazione e attività fisica-sportiva costituiscono un connubio molto stretto e sono reciprocamente interconnessi. Infatti, mentre da una parte con una corretta alimentazione l’organismo dispone di tutto ciò che è necessario per lo svolgimento dell’attività fisica, sia a livello amatoriale sia agonistico, dall’altra lo svolgimento di un’attività fisica regolare, anche a livelli non agonistici, permette di raggiungere e mantenere lo stato di salute dell’organismo.

Celiachia
La malattia celiaca è un’Intolleranza alimentare permanente al glutine, una classe di proteine presenti nel frumento, nell’orzo, nella segale, e tipiche dei cereali. L’introduzione di tali proteine può determinare, in soggetti geneticamente predisposti, un danno della mucosa dell’intestino tenue, che è causa di malassorbimento, sia manifesto (con diarrea e perdita di peso) che subclinico con sintomi atipici ed extraintestinali (anemia sideropenica o da carenza di acido folico, osteoporosi, poliabortività) o silente sul piano clinico. La celiachia è una malattia molto frequente, con una prevalenza negli studi su popolazione generale di 1 caso ogni 100-150 abitanti, e purtoppo ancora poco diagnosticata. La mancata (o tardiva) diagnosi espone i pazienti al rischio di sviluppare una patologia autoimmune ed idiopatica a carico del sistema nervoso centrale e periferico dell’apparato cardiocircolatorio, del sistema endocrino, del fegato e della cute, nonché a severe alterazioni della parete intestinale o dell’apparato gastroenterico. La dieta senza glutine porta alla normalizzazione della mucosa intestinale, consentendo un regolare assorbimento dei nutrienti. La maggior parte dei celiaci, a patto di osservare strettamente tale dieta, possono condurre una vita regolare, senza alcun tipo di complicanze.

Allergie e Intolleranza Alimentari
Gli alimenti sono miscele di composti chimici che, oltre a svolgere una funzione essenziale, contengono delle sostanze verso cui alcuni soggetti possono manifestare una serie di sintomi fastidiosi e/o invalidanti, che compromettono il benessere e la salute. Anche se teoricamente non esiste alcun alimento assolutamente sicuro per tutti noi, un modo pratico è distinguere le Allergie alimentari dalle Reazioni di Intolleranza Alimentare, a seconda che sia interessato o meno il nostro sistema immunitario di difesa. Ad esempio nel latte vaccino le proteine possono causare, in alcuni individui geneticamente predisposti, un’allergia alle proteine con asma, dermatiti etc., mentre il lattosio (lo zucchero del latte) è causa di “Intolleranza” che si manifesta con sintomi gastrointestinali. Le diete per allergie e intolleranze alimentari prevedono l’esclusione (come nel caso della celiachia o intolleranza al glutine) o la riduzione della sostanza incriminata per la vita o per lunghi periodi di tempo, rinunciando agli alimenti che la contengono. Queste diete di esclusione (e di successiva reintroduzione) presentano dei rischi in quanto, se effettuate per lunghi periodi di tempo e non opportunamente preparate, possono esporre l’individuo a carenze (nascoste) di uno/più nutrienti, oltre che essere seguite malvolentieri dall’individuo. Per tale motivo occorre essere sicuri che le cause dei malesseri siano legate a sostanze presenti negli alimenti e si rende necessaria una diagnosi accurata con Metodi validati di Indagine ed assistenza da parte di operatori esperti nella diagnosi e nella terapia di tali forme morbose.

COME SI USA
Cliccando sulla figura puoi entrare nella pagina FaceBook dedicata al tema che ti interessa. Il resto funziona come il normale FaceBook che tutti conosciamo; puoi fare domande, chiedere suggerimenti o commentare e condividere idee, in video, foto o solamente scrivendo. A risponderti, con gli stessi strumenti, ci sarà un gruppo di specialisti della Nutrizione e della Scienza dell’Alimentazione del Policlinico “A. Gemelli” di Roma, che aiutati da Heinz Beck, Chef di fama internazionale, cercheranno di dare “sapore” alle risposte o meglio alle ricette che verranno di volta in volta proposte. Il servizio è rivolto a TUTTI: i pazienti del Policlinico, in degenza, i pazienti dimessi, le persone che soffrono di disturbi alimentari, o anche i semplici curiosi, che vogliono suggerimenti per una vita sana o una dieta “sportiva”.Tutto questo, nel pieno rispetto delle prescrizioni mediche, delle cure….e del tocco di un maestro del gusto quale è lo Chef Heinz Beck. Soluzioni o ricette semplici che potrai facilmente riprodurre anche a casa.